Davanti l’attuale scenario di economia globalizzata è essenziale per Stati e aree di integrazione economica dotarsi di una strategia di politica commerciale, grazie alla quale è possibile raggiungere due principali obiettivi: crescita economica e tutela dei propri interessi. Tutto ciò porta l’Unione Europea a modificare, di volta in volta, la propria di politica commerciale, considerata di fondamentale importanza.

L’Unione Europea è il più grande attore commerciale globale nonché la più grande economia del mondo, con oltre il 20% del prodotto interno lordo (PIL) globale. Grazie al suo PIL e all’apertura del suo mercato (nel 2019 aveva esportato beni e servizi per oltre 3,1 trilioni di euro, importando un valore corrispettivo di 2,8 trilioni; numeri leggermente più a ribasso nel 2020 per via della pandemia) l’UE ha svolto un ruolo centrale nella definizione del sistema commerciale globale. Gli scambi esteri sono cresciuti enormemente nel corso degli ultimi 20 anni, raggiungendo livelli senza precedenti. L’economia globale odierna è altamente integrata e le catene di fornitura globali hanno in larga parte sostituito il commercio tradizionale di prodotti finiti tanto che la Cina è diventata nel 2020 il primo partner commerciale dell’UE, superando gli Stati Uniti: gli scambi totali con Pechino – export ed import – hanno raggiunto un valore di 586 miliardi di euro contro i 555 miliardi di flussi commerciali con Washington. La relazione economica con Pechino costituisce un asse fondamentale della politica commerciale di Bruxelles.

Oltre alla Cina, l’UE è il primo partner commerciale di 74 Paesi, a dimostrazione del ruolo centrale che l’Unione riveste per la rete commerciale globale.

La politica commerciale europea ha comunque come obiettivo principale quello di garantire un’autonomia aperta e strategica per l’azione esterna. Il commercio sembra a oggi, al contrario della politica estera in mano principalmente agli Stati membri, l’area più adatta a perseguire un ruolo sempre più autonomo e una leadership a livello globale. Essa deve avere anche un collegamento con la transizione digitale e la sostenibilità ambientale (che sono entrambe ben esplicitate attraverso la EU Digital Strategy e lo European Green Deal), con la finalità di mitigare l’impatto del cambiamento climatico. Quest’ultimo in particolare è un aspetto che l’UE ha iniziato a includere in maniera crescente nei Free Trade Agreements stipulati di recente con Stati terzi.

Per il raggiungimento di questi obiettivi, l’UE ha individuato nella Trade Policy Review sei azioni fondamentali da implementare nel medio periodo:

  • Riformare l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), attraverso una riduzione delle distorsioni commerciali legate ai sussidi pubblici e la restaurazione dell’organo di risoluzione delle controversie (il Trade Appellate Body);
  • Sostenere la transizione verde e promuovere catene del valore “sostenibili”, in collegamento con il Green Deal e la più ampia agenda multilaterale che ha il suo fulcro nell’azione portata avanti a livello di Nazioni Unite;
  • Sostenere la transizione digitale e il commercio di servizi, due settori collegati dall’importanza dei dati, la cui circolazione dovrà essere regolamentata adeguatamente nel futuro prossimo per trovare un giusto equilibrio tra le esigenze degli operatori economici e i diritti individuali di utenti e consumatori;
  • Rafforzare l’impatto dell’UE in ambito regolamentare, sfruttando a tal proposito il vantaggio competitivo di Bruxelles nel definire standard sociali, ambientali e tecnici elevati;
  • Consolidare le partnership di vicinato dell’UE ed estenderle ai partner africani, con finalità non solo economiche ma anche politiche, in vista dell’allargamento dell’UE verso Est e della stabilizzazione della regione mediterranea;
  • Rafforzare il focus dell’UE sull’implementazione degli accordi commerciali e assicurare il rispetto di regole comuni a livello multilaterale, con particolare riferimento agli strumenti di difesa commerciale, di controllo dell’export, e dei meccanismi di screening degli Investimenti Diretti Esteri (IDE).

La Trade Policy Review contiene degli spunti che possono permettere di individuare gli strumenti idonei affinché l’Unione Europea possa perseguire i propri obiettivi esercitando leadership senza dover correre dietro ai partner più forti come Stati Uniti e Cina. Sarà quindi necessaria la riattivazione della governance commerciale multilaterale. Un sistema commerciale multilaterale forte e disciplinato da regole è, quindi, la base sulla quale si fonda una politica commerciale responsabile ed accompagnata da un alto livello di trasparenza e da una comunicazione efficace con i cittadini sui vantaggi e sulle sfide del commercio e dei mercati aperti.